Spiantato? Vai a vivere con mamma!

Così titolava oggi l’edizione inglese di Metro, il famoso quotidiano gratuito internazionale distribuito un pò in tutto il mondo.

In breve l’articolo parla della possibilità che i tagli effettuati dal governo conservatore vadano a toccare anche i sussidi che vengono dedicati ai giovani che terminano gli studi. Sussidi che fino ad oggi hanno permesso a molti ragazzi di lasciare la casa di famiglia appena finita la scuola e l’università.

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Mercati al sud, Kenia

Ricerca di lavoro in Italia – Parte II – 2° Atto – la Preselezione

Sono stati di parola!

Allo scadere esatto del 60° giorno dal termine di presentazione delle domande di ammissione alla preselezione, è arrivato l’elenco degli ammessi alla prova.

Avevo scritto qualche tempo fa  in questo post di una delle interessanti posizioni che ho trovato in questi primi 5 mesi di ricerca di lavoro in Italia. Posizione per ottenere la quale si deve superare uno sfibrante processo selettivo: il concorso pubblico.

Ecco, sono sfibrata ancor prima della prova preselettiva, alla quale sono stata ammessa. Con mio grande entusiasmo. Traspare l’entusiasmo?

Ebbene sì, il mio nome compare tra gli ammessi. Il mio merito, rispetto agli esclusi, è quello di aver consegnato la domanda per tempo e di aver pagato il bollettino ed essere in possesso di tutti i requisiti previsti, cioè essere in grado di scrivere in maniera corretta un bollettino postale (quello che serviva per il versamento della tassa di partecipazione) e di scrivere correttamente il nome dell’incaricato alla preselezione sulla busta. Senza tralasciare il merito di essere cittadina europea.
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Come Kensal Green

Quando sono arrivata a Londra, cinque anni fa, ho alloggiato per le prime tre o quattro notti in un ostello pieno di pulci. L’ho saputo qualche tempo dopo, quando qualcuno mi disse che era stato chiuso per un pò per disinfestarlo. In quei giorni però io non accusai particolari fastidi, se non quello di dover condividere la camera con altre cinque persone, una la conoscevo: il mio migliore amico. Il resto arrivava un pò da tutto il mondo.

La stanza aveva un’enorme finestra che non si apriva, come spesso accade a Londra. Questa enorme finestra affacciava su un altrettanto enorme cimitero. Di quelli all’inglese: lapidi accatastate alla rinfusa su un terreno sconnesso e corvi che balzellano sinistramente dall’una all’altra.

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Tramonti al sud: Lago Vittoria, Kenia

Ricerca di lavoro in Italia – Parte III: limiti di età negli annunci di lavoro

Sono ormai trascorsi un paio di mesi da quando ho iniziato la mia ricerca di lavoro in Italia.

A Londra nel frattempo ho avuto il modo e il tempo di lasciare il mio vecchio lavoro e di cercarmene un altro. Con successo, visto che proprio oggi sono stata contattata dal direttore di una compagnia con cui avevo fatto un colloquio qualche giorno fa che mi ha comunicato la bella notizia.

Ma non sarà di certo questo nuovo lavoro a sedurmi e a convincermi a rimanere qui per qualche altro anno.

No, no e poi no! Io devo tornare in Italia. Io voglio tornare in Italia. Lo farò, in un modo o nell’altro.

Lo farò anche lottando contro tutti gli annunci di lavoro che vengono postati con un limite di età. Limite che io ho ovviamente superato da un pò 😉

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Ricerca di lavoro in Italia – Parte II: il concorso pubblico

E finalmente la risposta per quel colloquio di cui avevo parlato nel precedente post è arrivata.

Il mio profilo, che fino ad un certo punto era stato considerato “in linea con quello ricercato”, ha improvvisamente perso tutto il suo appeal ed è stato declassato a “non completamente in linea con quello ricercato”. Spiacenti della risposta negativa, auguri per la ricerca e tutti i convenevoli del caso.

Da ricercatrice di lavoro di lunga esperienza, non ero di certo rimasta ad aspettare con le mani in mano. Anzi, tra le mani mi era capitata un’altra succulenta offerta di lavoro. Lavoro interessante, stipendio dignitoso, “qualifica-qualificante”, insomma, tutto bello, bellissimo. Un solo neo: assunzione per concorso pubblico. SI SALVI CHI PUO’!
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Ricerca di lavoro in Italia – Parte I: il colloquio conoscitivo

Come annunciato in un precedente post, è scattato il piano d’azione per il rientro in Italia. Il “piano A” precisamente, cioè quello che prevede la ricerca di lavoro in Italia da Londra.

Ebbene, nel giro di qualche settimana sono riuscita a trovare un paio di offerte di lavoro interessanti. Non scenderò nei dettagli delle posizioni e dei relativi datori di lavoro, ma un accenno alla cosa non può certo mancare.

Primo tentativo: il colloquio conoscitivo

Il primo tentativo che ho fatto di invio CV è andato alla grande. Il mio profilo è “risultato in linea con quello ricercato” e, ancor prima della data di chiusura della procedura per candidarsi, sono stata contattata e invitata a svolgere un primo colloquio conoscitivo, che mi è stato concesso di svolgere via Skype.

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Scatta il piano d’azione per il rientro in Italia

Come da titolo del blog è scattata la pianificazione del rientro in Italia dopo cinque anni di Inghilterra.

La scelta non è stata e non è facile.  Di certo non aiuta la situazione economica che in Italia mi attende a detta di giornali, giornalisti, comici, amici e familiari vari. Proprio una delle mie amiche più care al mio annuncio ufficiale di rientro in Italia mi ha detto “no Natà…qua si fa la fame”. Pronta la mia risposta “al cuore non si comanda!”

E allora via con la strategia “ritorno al sud” che è partita nelle ultime settimane, contro tutto e contro tutti.

Primo passo: stesura e pianificazione del piano d’azione e della sua pronta alternativa. Chiamerò banalmente “piano A” e “piano B” i due programmi che ho in questa prima fase ideato.

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Rientrare? Restare? Partire? Tornare?

Questo è il dilemma. Anzi era!

Sì erano proprio queste le parole che fino a qualche settimana fa mi frullavano per la testa alternandosi le une con le altre ad intervalli cadenzati. Si rincorrevano lasciando rimbalzare con più frequenza la vincitrice della giornata, quella che aveva collezionato più punti in base all’andamento della settimana. Mi iniziavano a gironzolare per la testa dal momento stesso in cui suonava la sveglia. Mi accompagnavano per tutto il giorno, assecondando gli stati d’animo che si susseguivano nelle ore, fino alla sera, quando sopraggiungeva il sonno.

Da qualche settimana a questa parte però i dubbi si sono dissolti. Complice sicuramente la latitanza dell’estate, che quest’anno davvero sembra non arrivare mai (basti pensare che è luglio e io alle 6 di pomeriggio indosso una felpa e dei calzini pesanti e che la finestra è rigorosamente chiusa ed il cielo rigorosamente grigio!). Complici anche una qualche dozzina di episodi che non sto qui ad elencare, almeno in questa situazione, ai quali però non scamperete di certo perché saranno di sicuro argomento di qualche futuro post.

Ma torniamo al dilemma e ai dubbi che stavolta sembrano davvero essersi dissolti. Ci ho pensato molto negli ultimi mesi e ho capito una cosa fondamentale e cioè che io non voglio rientrare in Italia quando le cose si saranno sistemate. Io voglio rientrare in Italia per sistemare le cose.

Ambizione assai pretenziosa me ne rendo conto, ma d’altronde non devono essere tali le ambizioni?

Non mi illudo certo di cambiare il mondo e neanche il paese. Sono purtroppo passati i tempi in cui lo credevo possibile. Il che è un peccato perchè sono convinta che se davvero tutti coloro che hanno sognato di cambiare il mondo e che hanno messo un pò di impegno nel farlo, non avessero mollato, forse qualcosa sarebbero riusciti a cambiarla sul serio.

Comunque, avendo ridimensionato, ma non abbandonato le mie aspirazioni, mi sono convinta di poter quanto meno cambiare il piccolo mondo che mi circonda.

Mi sono ripromessa di utilizzare tutti gli insegnamenti collezionati in questi anni e portarli a casa mia. Cominciare da me e dal mio micro-pianeta, dalla mia famiglia, dai miei amici almeno finchè non si stancheranno di me.

Ricominciare da casa. Al sud!