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A me piace il sud?

E’ vero! E’ vero! A me piace il sud ed è in me che c’è qualcosa di sbagliato!

Solo al sud ti puoi beccare, in pieno inverno, un secchio d’acqua addosso a mezzanotte mentre stai portando il tuo cane a spasso perchè la signora del primo piano è infastidita dagli escrementi lasciati in giro dagli incivili proprietari di cani che tappezzano le strade e i marciapiedi. Se la prende con te, che invece hai in mano la bustina con la cacca ancora fumante del tuo cane e sei pronto a gettarla nell’apposito bidone della spazzatura.

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Là dove muoiono i sogni

Dal mio ultimo viaggio in Italia mi sto ancora riprendendo. Mi sono scontrata di nuovo con la realtà e stavolta è stata più dura di sempre, forse perché mai quanto oggi sono determinata a rientrare.

La settimana scorsa sono andata a Roma per partecipare al famoso concorsone di cui ho parlato in questi due post “il concorso pubblico” e “la preselezione”. Non la tiro troppo per le lunghe: non ho superato la fase preselettiva, ma poco importa in effetti, perchè per superarla avrei dovuto imparare a memoria una montagna di “informazioni” e di notizie di attualità che riguardavano presentatori di programmi televisivi, il numero di edizione del grande fratello a cui ha partecipato Pietro Taricone e quali ha presentato la Marcuzzi e poi una serie di quiz di logica, informatica, inglese e cultura generale.

Se anche avessi passato questa prima fase, mi avrebbero atteso degli arrovellamenti di stomaco che ringrazio di non dover affrontare.

Spiego perché.

Il concorso farsa

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Fuga o viaggio. Quando finisce l’uno e inizia l’altra?

La fuga inizia come il viaggio

Il viaggio inizia quando non riesci più a vedere dietro di te la persona che ti ha accompagnato all’aeroporto, alla stazione, al porto.

Quando scompare dal finestrino o dallo specchietto retrovisore la mano che ti ha salutato fin quando ha potuto.

Quando resti solo con i tuoi bagagli e il tuo compagno di viaggio (se ne hai uno) a controllare per l’ennesima volta i documenti, il biglietto, l’orario.

Quando apri e chiudi a ripetizione la cerniera della tua borsa con una cadenza regolare, un ritmo che sembra rassicurarti. Controlli di non aver dimenticato nulla ma sai già di aver preso tutto quello di cui hai bisogno. Se poi qualcosa è rimasto a casa, ormai, comunque, è troppo tardi.

La mia fuga è iniziata proprio così, come un qualsiasi viaggio

Si è trasformata col passare dei giorni. Si è palesata e resa ufficiale solo dopo qualche mese, anno farei meglio a dire.

Ancora oggi non credo che sia chiara a molti tra amici e parenti che, instancabili quanto puntuali, ad ogni occasione utile, e a distanza di diversi anni dalla prima volta in cui mi hanno posto la medesima domanda, mi chiedono con aria curiosa: “Ma allora?! Quand’è che torni?”

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